
Daniela Bussolino è stata protagonista alla galleria Dantebus, in via Margutta a Roma, dove ha partecipato a una collettiva d’arte con la sua opera PONTE DI PRAGA.



Un’opera ad acquerello, tecnica che non consente di tornare indietro, nessun margine di errore.
Un’opera senza tempo, le cui figurazioni che camminano in lontananza non sono definite, perciò non consentono di collocarle in un determinato contesto storico.
Il ponte come passaggio, metafora delle vicissitudini della vita. Non a caso Daniela Bussolino dipinge la struttura del ponte con colori cupi, come ombre che minacciano il cammino, mentre sullo sfondo si stagliano le costruzioni abitative e i monumenti, giganti, a nascondere parte del cielo.
Costruzioni e cielo sono plasmati con diversi toni di rosso e sul ponte si riflettono i colori del cielo. Anche all’orizzonte si nota una macchia chiara, testimonianza di una velata speranza in un mondo migliore, un futuro roseo.
Un’opera che non è soltanto lo spaccato di una città magica, ma anche metafora dei sentimenti di un’artista che spesso estroflette se stessa e i suoi sentimenti sulle tele e che con PONTE DI PRAGA non solo cattura l’attenzione, ma riesce a far emergere in chi osserva il desiderio di passeggiare su quel ponte per vivere l’intensità e la magia di quelle cromie.
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Sempre in queste ultime settimane, Daniela Bussolino ha ottenuto importanti riconoscimenti, come il Premio Dante Alighieri, a Casale Monferrato, e il Premio Van Gogh 2021, rilasciato da La Chiemera, Lecce, a testimoniare il dinamismo dell’artista astigiana e la qualità della sua espressione artistica, riconosciuta da diversi professionisti, in Italia e all’estero.