Sulla quarta di copertina del catalogo Arte al tempo del Coronavirus, edito da Skira, c’è scritto: “Tutto al mondo si è fermato, tranne l’arte, tranne la voglia di regalare emozioni, di offrire sollievo dal dolore e dalla paura. Un altruismo di cui solo gli artisti sono capaci.”
E Daniela Bussolino non si è mai fermata, né durante il 2020, tanto meno nel 2021. Sebbene, come tutte le persone dotate di forte sensibilità, sia stata toccata dalla pandemia, l’artista astigiana ha continuato a esprimersi attraverso l’arte. Tuttavia, anziché prodigarsi solo nelle sue espressioni più consuete, le donne e i ballerini stilizzati, ha trovato nei tormenti esistenziali dovuti alle circostanze che viviamo da febbraio 2020 un bacino di emozioni da cui ha attinto per alimentare alcune creazioni anche sul tema della pandemia.
Con lo stesso spirito, Daniela Bussolino ha deciso di entrare a far parte di due cataloghi a tema: Arte al Tempo del Coronavirus, di Skira editore, presentato domenica 12 dicembre al Teatro Parenti, a Milano, e Covid’Arte – Tempo di virus, voglia di arte, edito da Il Quadrato, a cura di Giorgio Falossi e Lorenzo Cipriani.









Proprio in quest’ultimo catalogo, l’arte di Daniela Bussolino viene definita
«… Un’espressione pittorica che prima di dipingerla bisogna subirla e saperla comunicare.»
Daniela Bussolino è un’artista prevalentemente emotiva, che veicola emozioni, e quanto vissuto in questi mesi è emerso certamente nei suoi colori e nelle opere presentate nei cataloghi in oggetto.
Un virus gigante, come un pianeta in un universo inquietante, così come l’occhio, a rappresentare sguardi, lacrime, stanchezza. Gli occhi del personale sanitario, che hanno visto immagini scioccanti. Gli occhi di chi ha vissuto in prima persona esperienze drammatiche. Occhi che hanno pianto, sperato, sorriso, sofferto.


Nel virus gigante, ci sono le tipiche estroflessioni che caratterizzano questo patogeno. Incombono come dita nodose, arti di un essere demoniaco.
Collocato in mezzo all’oscurità sembra il sole di un universo del male, il punto focale dell’inferno. Non a caso, l’artista utilizza colori cupi, dalla vivacità violenta, per descrivere questo essere piccolissimo, ma che tanto sconforto ha portato per l’umanità intera.
Daniela Bussolino ha assimilato tali dinamiche, le ha rielaborate nei meandri dell’anima, per poi fissarle sui supporti. Con la genuinità di sempre, la semplicità di tratti e colori, il suo modo di cogliere momenti e sfumature dalla normalità di ogni giorno per farne arte.